Sta arrivando la Riforma del Catasto e possiamo solo immaginare quanto lungo sarà il processo che porterà alla luce situazioni rimaste in sospeso da anni: beni registrati al catasto nella categoria non corretta o completamente sconosciuti al fisco.

Ecco a cosa serve la “voltura catastale”, una procedura che permette di modificare l’intestazione di un bene immobile registrato nel Catasto.

Mettersi in regola con il Catasto

Aggiornare il sistema di anagrafe fornito dal catasto è sempre molto importante, la corretta voltura può essere essenziale da verificare per evitare di essere gravati della fiscalità di un immobile di cui in realtà non si è proprietari.

Come funziona la voltura catastale?

La voltura si accompagna agli atti traslativi e trova la propria giustificazione in un evento che determina la modifica della titolarità del bene: un atto notarile di trasferimento (come una vendita o una donazione), un decreto di aggiudicazione del tribunale, un esproprio del Comune o la morte dell’intestatario ed il conseguente subentro degli eredi.

Nel nostro sistema il trasferimento dei beni non è connesso alla modifica dell’intestazione catastale dell’immobile, e il Catasto non è probatorio in termini di titolarità del bene. Resta comunque importante assicurarsi la corretta intestazione dei beni immobili nel Catasto, che è una anagrafe degli immobili particolarmente rilevante ai fini tributari.

Il costo di una domanda di voltura è di 55 euro, a cui deve aggiungersi il bollo sulla domanda se cartacea e il costo del professionista abilitato che dovrà provvedervi.

Quando si ha certezza della corretta voltura?

In caso di dubbi?

Può accadere che per le transazioni più risalenti nel tempo (per le quali magari era prevista una voltura cosiddetta cartacea) non si sia completata questa procedura e l’immobile risulti ancora intestato al vecchio proprietario: questo non compromette la titolarità sostanziale del bene, che trova il proprio fondamento nell’atto di trasferimento, ma si tratta di una situazione da regolarizzare, tanto più a seguito della disciplina specifica che fu introdotta nel 2010 e che esige di verificare, prima di porre in essere un atto traslativo, che vi sia la cosiddetta “conformità soggettiva”, vale a dire una corretta intestazione del bene sia in catasto, sia nell’altro ufficio in cui sono registrati gli immobili, vale a dire la cosiddetta “Conservatoria dei Registri Immobiliari” (Agenzia del Territorio, Servizi di Pubblicità Immobiliare).

Esistono situazioni a rischio?

Un caso in cui è importante ricordarsi di incaricare un professionista per la voltura è quello in cui un immobile fosse intestato per la nuda proprietà ad un soggetto e per il diritto di usufrutto ad un altro.

A seguito della morte dell’usufruttuario questo diritto si estingue (senza entrare perciò nella dichiarazione di successione in quanto, essendo un diritto “a tempo” si estingue con la morte con la conseguenza automatica che il nudo proprietario diviene pieno proprietario). Qui non vi è un atto in senso formale, perciò basterà presentare, unitamente alla domanda di voltura, il certificato di morte che attesti il decesso dell’usufruttuario.

Chi sono i soggetti abilitati ad aiutare il cittadino in questa procedura?

Non è solo il notaio che può provvedere alla richiesta di voltura, ma anche i professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali, abilitati alla predisposizione e alla presentazione degli atti di aggiornamento catastale (ingegneri, geometri, architetti, etc.), i quali tuttavia dovranno formulare la istanza di voltura presentando anche la copia del titolo che ha determinato il trasferimento sostanziale della proprietà.

Per qualsiasi ulteriore approfondimento i professionisti di Giada Immobiliare sono a tua disposizione!

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